Il logo Olivetti, una storia di imprenditoria e design
Olivetti, fondata nel 1908, è sicuramente uno dei marchi storici più famosi in Italia, celebre non solo per le sue innovazioni tecnologiche ma anche per l’attenzione al design. Il logo Olivetti è un simbolo di questa fusione tra estetica e funzionalità, rappresentando l’evoluzione della sua identità visiva nel corso degli anni. Il fondatore, Camillo Olivetti, disegnò personalmente il primo marchio, basato sull’acronimo “ICO” (Ingegner Camillo Olivetti), utilizzato sui primi modelli di macchine per scrivere: la M1 del 1911, la M20 del 1920 e la M40 del 1930. Sebbene il marchio ICO venisse presto accantonato per i prodotti, continuò ad essere usato per le spille d’oro che premiavano la fedeltà dei dipendenti con almeno 25 anni di anzianità, una consuetudine iniziata nel 1933. Insieme al marchio ICO, Olivetti adottò anche un logotipo: una scritta in corsivo dorato ma, con l’emergere di nuovi stili e tendenze artistiche, si optò per altre soluzioni al fine di modernizzare l’immagine aziendale. Negli anni ’30, le nuove macchine portatili MP1 e Studio 42 abbandonarono il marchio ICO, sostituendolo con un logotipo in maiuscolo stampatello. Una svolta significativa avvenne nel 1934 con Xanti Schawinsky, pittore al lavoro con Olivetti, che propose un logotipo in carattere Universal Pica che, utilizzato in minuscolo, evocava l’immagine della dattiloscrittura e incontrava il favore dei grafici dell’epoca. Il logotipo di Schawinsky fu ampiamente utilizzato, ma coesistette con altre forme di scrittura, portando a una varietà di rappresentazioni del nome Olivetti. Nel 1946-1947, Giovanni Pintori rielaborò il logotipo utilizzando un grassetto corposo derivato dal carattere Etrusco, allargando gli spazi tra le lettere per rafforzare la comunicazione pubblicitaria. Tuttavia, negli anni ’50 e ’60, l’uso del logo non era ancora uniforme. Nel 1952, Marcello Nizzoli, architetto e designer, creò un nuovo marchio: una greca preceduta da una piccola “o” in grassetto. Questo simbolo rappresentava un “inizio senza fine”, sottolineando la crescita continua dell’azienda. La greca, con la sua razionalità geometrica, esprimeva precisione e semplicità, riflettendo le caratteristiche dei prodotti Olivetti. Nonostante l’adozione della greca di Nizzoli, mancavano regole precise per il suo uso. La piccola “o” spesso veniva omessa, e il simbolo subiva diverse varianti. Alla fine degli anni ’60, la Direzione Relazioni Culturali, Disegno industriale e Pubblicità, guidata da Renzo Zorzi, incaricò Walter Ballmer di standardizzare il logotipo. Nel 1970, Ballmer presentò un logotipo che enfatizzava l’immagine di solidità dell’azienda e migliorava la visibilità del nome Olivetti. Dal 1971, tutte le entità del Gruppo Olivetti dovettero attenersi alle norme di utilizzo del logotipo. Nel 1993, un nuovo programma di identità aziendale confermò il logotipo di Ballmer, introducendo alcune modifiche nel suo impiego e stabilendo il Pantone Blue Process come colore ufficiale per la corrispondenza. Nel 2003, la fusione di Olivetti con Telecom Italia causò la temporanea scomparsa del nome Olivetti dal listino della borsa. Tuttavia, nel 2005, con la rinascita di Olivetti Tecnost come Olivetti, il logotipo subì una lieve modifica: i caratteri divennero più corposi e quadrati, e il colore rosso divenne preponderante rispetto al Pantone Blue Process. In alcune occasioni, una grande “O” rossa accompagnata dal logotipo “olivetti” in bianco o grigio venne utilizzata come marchio aziendale. Il logo Olivetti è una testimonianza della capacità dell’azienda di coniugare design e tecnologia. La sua evoluzione riflette l’impegno costante di Olivetti nel rimanere all’avanguardia, senza mai perdere di vista l’importanza dell’estetica. Dalla greca di Nizzoli al logotipo di Ballmer, ogni versione del logo ha contribuito a costruire un’identità di marca forte e riconoscibile, lasciando un segno indelebile nella storia del design industriale e grafico. Fonte: Archivio Storico Olivetti